Salita al ROCCIAMELONE m 3.538 – Susa – Val di Susa – (Piemonte)
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Salita al ROCCIAMELONE m 3.538 – Susa – Val di Susa – (Piemonte)

Data escursione: 31 Luglio 2010
Quota partenza (m.): 2.100
Quota arrivo (m.): 3.538
Dislivello complessivo (m.): 1.438
Durata : 2h 16m (tempo medio 3h00m/3h30m)
Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
Esposizione: Sud
Località partenza: Inizio teleferica per Cà d'Asti (poco prima del Rif.La Riposa) - Mompantero - Valle di Susa (Piemonte)
Partecipanti: Io & Fiorita

Per continuare l'allenamento alla quota non potevo farmi mancare la vetta più alta della Valle di Susa che quindi è anche la più vicina a casa.
Eccomi quindi che mi accordo con Fiorita (anche lei deve allenarsi alla quota) per la salita al Rocciamelone.
Innanzitutto vi lascio alcuni cenni storici:

Questa montagna è famosa fin dal medioevo quando era considerata la più alta cima delle Alpi. Questa convinzione, che oggi sappiamo errata, era supportata da diversi fattori: il monte infatti incombe su Susa con un balzo che supera i tremila metri ed inoltre era visibile dalla frequentatissima Via Francigena , che portava oltralpe attraverso il Passo del Moncenisio, palesandosi anche al viaggiatore più distratto in un periodo in cui vaste zone alpine erano pressoché inesplorate.
Nel medioevo vi furono diversi tentativi di salita alla vetta, compreso uno da parte dei monaci dell'abbazia della Novalesa che, si legge negli annali dell'Abbazia, vengono respinti da vento e grandine. La prima salita documentata risale al 1 settembre1.358 da parte del crociato Bonifacio Rotario d'Asti che, catturato dai Turchi durante le crociate, si affida alla Madonna promettendo, qualora fosse tornato in patria, di dedicarle un simulacro sulla vetta della prima montagna che avesse visto tornato sul suolo natio. Assistito quindi da alcuni portatori, raggiunse la vetta portando con sé un trittico bronzeo dedicato appunto alla Madonna, oggi custodito in cattedrale a Susa. Ad oggi in vetta si ritrova il Santuario più alto d'Europa intitolato a Nostra Signora del Rocciamelone, una statua in bronzo dedicata sempre alla Madonna ed un bivacco, detto Rifugio Santa Maria, da circa 15 posti per le emergenze. Vi si trova anche un busto del Re Vittorio Emanuele II il quale aveva effettuato proprio la salita al Rocciamelone nel 1.838 quando, all'epoca, era ancora solo principe di Sardegna.


Ma veniamo a noi e alla nostra ascensione.
Arriviamo alle 8.30 e posteggiamo l'auto nei pressi della partenza della teleferica per il Rifugio Cà d'Asti (circa 1Km prima del Rifugio La Riposa). Ci sono già parecchie auto e altri escursionisti che si apprestano come noi a partire.
Alle 8.45 siamo in cammino sul sentiero che sale subito ripido e ben evidente fino a scollinare su una costa subito sopra al rifugio La Riposa. Per chi volesse qui si trova una fontana dove poter rifornire acqua.
Continuiamo a salire sull'evidente sentiero che non molla mai ma sale sempre ripido per pratoni fino ad un bivio tra "Corto" e "Lungo". Noi seguiamo a sx il Corto che è evidente che per essere corto deve anche essere ripido ma senza problemi lo affrontiamo e dopo poco siamo in vista dell'imponente rifugio Cà d'Asti a quota 2.854. Perfetto ci abbiamo messo solo 1h 20'.


Ci fermiamo circa 25m per "espletare bisogni fisiologici", sgranocchiare una barretta e bere un sorso d'acqua ed infilarci una maglia più pesante perchè il vento comincia a farsi più freddino a questa quota.


Ripartiamo quindi subito dietro al rifugio in direzione della vetta ora ben visibile per la tipica foma a piramide. Ora il sentiero è ripido su pietraia e siamo già ben sopra le cime che ci attorniano tanto che in lontananza già fa capolino il Re di Pietra (il Monviso) e a sprazzi attraversiamo le nuvole. Dopo poco eccoci arrivare alla Croce di Ferro 3.306m.


Perfetto...siamo in ottima forma. Per niente affannati, la quota non crea alcun problema quindi saliamo nuovamente i restanti 232m che mancano alla vetta.


Da qui a poco comincia il tratto più impegnativo e quindi attrezzato con corde fisse per chi ne avesse bisogno che con una ripida salita ed alcune svolte ci porta fino alla vetta.


Eccoci qui...sono le 11.25 e siamo già in vetta. Ci abbiamo messo 2h 40' che togliendo i 24' di sosta fanno 2h 16' per salire i più di 1.400m di dislivello...non male...possiamo essere soddisfatti.


Dalla vetta il panorama è impagabile e spazia a 360° dalle valli del Cuneese dominate dal Monviso, alle valli Olimpiche con lo Chaberton, alla Francia con i ghiacciai della Barre des Ecrin, alla Valle d'Aosta con il Monte Bianco, il Dente del Gigante e la Grandes Jorasse per continuare con il Gran Paradiso, il Cervino e il Monte Rosa, fino a chiudere con la Pianura Padana con Torino e l'inizio della Valle di Susa con la Sacra di San Michele.


Qui vediamo il Dente del Gigante (a sx) con la sua particolare forma appunto a dente scuro perchè senza neve.


Approfittiamo dell'apertura del Santuario per una preghiera di ringraziamento per essere arrivati fin quassù, una firma al registro di vetta e poi possiamo goderci il sole, il panorama e uno spuntino.


Pian piano le nuvole cominciano ad addensarsi ai nostri piedi e in poco ci ritroviamo isolati dal mondo...siamo noi soli sopra le nuvole.
Nostri compagni sono il sole, le montagne, le cime innevate, i ghiacciai e un tappeto di nuvole che ci fa sentire piccoli. Piccoli uomini al cospetto di meraviglie che solo la natura può creare.


Il sogno dura poco, il vociare di altri escursionisti ci fa tornare coi piedi per terra.
Non riuscirò mai a capire come si possa essere al contatto con bellezze cosi' mozzafiato ed invece di soffermarci a goderne a piene, a riempirsi gli occhi ed il cuore per serbarne il ricordo indelebile, ci si perda a parlare degli argomenti più banali come se si fosse al bar e per di più ad alta voce.


Ci fermiamo abbastanza in vetta. Solo verso le 14.30 decidiamo di scendere. Ormai le nuvole hanno chiuso completamente la vista della valle e discendendo vediamo che si sono attestate a quota 2.850 ovvero all'altezza del Rifugio Cà d'Asti.


Da qui in giù infatti viaggiamo immersi nelle nuvole a tratti decisamente dense e ciò rende il percorso molto affascinate ma la dice lunga sul fatto che in montagna bisogna andare sempre attrezzati per ogni evenienza visto che il tempo cambia velocemente soprattutto alla alte quote.

Le nuvole ci accompagnano fino a quota 2.100 ovvero all'auto.
E' stata una giornata fantastica, quasi non siamo stanchi o meglio siamo talmente pieni di forti emozioni, di immagini mozzafiato che non sentiamo i muscoli duri, i piedi stanchi e la pelle arrossata dal sole.

Un trekker che si rispetti non può non essere salito almeno una volta al Rocciamelone.
La mia è stata la seconda volta ma mi sono ripromesso di tornarci ogni anno e vi consiglio di fare altrettanto.

Se poi qualcuno di voi volesse provare l'esperienza di pernottare una volta in vetta mi faccia sapere che ci organizziamo.


Buone Montagne a Tutti

 

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