Traversata Rifugio Chabot – Rifugio Vittorio Emanuele – Valsavarange- Parco Nazionale del GRAN PARADISO (Valle d’Aosta)
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Traversata Rifugio Chabot – Rifugio Vittorio Emanuele – Valsavarange- Parco Nazionale del GRAN PARADISO (Valle d’Aosta)
Data escursione: 10/11 Luglio 2010 Quota partenza (m.): 1.834 Quota arrivo (m.): 2.750 Rif. Chabot - 2.735 Rif. Vittorio Emanuele Dislivello complessivo (m.): 916 salita allo Chabot - +250,-250 Traversata al Vittorio Emanuele Durata : 2h 30m salita allo Chabot - 2h30m Traversata - 2h Discesa a Pont Difficoltà: E Esposizione: Ovest Località partenza: Valsavarange loc. Praviex alt.1834 - Parco Nazionale del Gran Pardiso (Valsavarange(Ao)-Valle d'Aosta) Partecipanti: Io & Silvia, Gianluca & Laura Dopo aver tanto atteso siamo finalmente riusciti a far combaciare un week-end da passare tutto all'insegna della montagna e della natura con le rispettive consorti. Nonostante abbiamo dovuto prenotare il pernottamento allo splendido Rifugio Chabot già da un mese e le previsioni degli ultimi giorni davano probabili temporali nei due giorni, abbiamo passato un meraviglioso fine settimana senza neanche una goccia di pioggia. Ci troviamo alle 8.30 nel posteggio di Pont e dopo una piccola colazione, lasciamo un auto per il ritorno dal Rifugio Vittorio Emanuele di domani (in modo da evitare i 2 chilometri di asfalto) e con l'altra ci portiamo più in basso a Praviex dove parcheggiamo alla partenza del sentiero n.5 che sale al Rifugio Chabot. Alle 9.00 in punto siamo in cammino. Il cartello segnavia indica 2h 45m per la salita al rifugio. Il percorso comincia al di la del ponte di legno sul torrente Savara e sale su un comodo e bel sentiero reale (praticamente lastricato) in un fresco ed ombreggiato lariceto che con alcuni lunghi traversi e alcuni tornanti ci porta in circa 50min a quota 2194m all'alpeggio Lavassey. Qui al bivio dietro l'alpeggio si tiene a dx (segnavia 5) e dopo poco si esce dal bosco. Da qui il paesaggio diventa decisamente più alpino. Vegetazione bassa e vari torrentelli che discendono dai ghiacciai sovrastanti del Laveciau e del Montandaynè e sullo sfondo il Gran Paradiso. Il sentiero sale con ampi traversi sul costone del Cote Savolere fino a giungere ad un bivio che a dx sul ponte di legno imbocca il segnavia 1A (che seguiremo domani per la traversata al rifugio Vittorio Emanuele), mentre tenendo la sx il sentiero con due tornanti sale fino al rifugio Chabot di cui da sotto si intravedono le bandiere, le antenne e la luce di segnalazione. Il rifugio Chabot è situato in una posizione spettacolare in piena vista del Gran Paradiso con ben visibile la traccia di salita della via normale sul ghiacchiaio del Levaciau e la spettacolare via nord-ovest con i sui impressionanti 600m di ghiaccio con pendenze di 45°-50°. E' egregiamente gestito da personale preparato, cordiale, simpatico e decisamente disponibile. E' diviso in un locale estivo su 4 piani. Locale scarponi e attrezzatura, un piano con zona pranzo e cucina, un piano di camerette e un ultimo piano di camerata, per circa 84 posti letto mentre un secondo locale invernale separato con altri 33 posti letto. Dopo aver pranzato al sacco ed aver preso un pò di sole, mentre le ragazze approfittano ancora della bella vista per rilassarsi, io e Gianluca decidiamo di farci una camminata almeno fino a piedi del ghiacciaio e quindi saliamo in direzione del bivacco Sberna. Dopo circa un'ora siamo all'inizio del ghiacciaio e godiamo di una ancor più spettacolare vista sul Piccolo e Gran Paradiso. Nel frattempo in fondo valle cominciano ad addensansi le previste nuvole temporalesche e si cominciano a sentire i primi tuoni e vedere i primi lampi. Prudenti come sempre, fatte le foto di rito, decidiamo di scendere velocemente ed in 30min. siamo al rifugio. Ne approfittiamo per una doccia calda e ristoratrice e ci butttiamo in branda nella camerata che nel frattempo ci è stata assegnata e ci godiamo dall'abbaino, lo spettacolo del temporale che si scatena sul Colle del Nivolet. Qui al rifugio nemmeno una goccia. Solo cielo nero e vento forte. Verso le 18.00 scendiamo e usufruiamo della piccola biblioteca del rifugio per fantasticare sulle varie escursioni ed ascensioni da programmare. Alle 19.00 puntualissimi servono la cena semplice ma ottima e poi lasciamo il tavolo per il secondo turno visto che il rifugio è bello pieno di alpinisti. Usciamo quindi sul bel piazzale esterno e godiamo della vista di un branco di stambecchi che tranquillamente pascola nei pressi del rifugio. Facciamo conoscenza con due simpatici e preparatisimi alpinisti che domani mattina saranno tra i pochi (loro due più due gruppi da 3) che saliranno la parete Nord-Ovest. Con l'aiuto del binocolo che il gestore del rifugio gentilmente gli presta ci fanno vedere la via che faranno e i passaggi che dovranno affrontare e ci fanno anche vedere invece sulla parete Nord-Est che un gruppo di tedeschi che salirà domani, si sono piazzati a bivaccare in tenda sul ghiacciaio. Sentirli parlare entusiasti delle imprese che hanno fatto ci fa salire una voglia irrefrenabile di salire un 4.000m, anche se naturalmente dalla via normale e con grado facile. Faccio un nodo al fazzoletto...il Gran Paradiso voglio salirlo. Alle 22.00 siamo a letto anche se noi non ci alzeremo presto. Faccio fatica a prendere sonno non tanto per la quota o la convivenza con altre 20 persone ma più per i pensieri che mi affollano la mente e le emozioni che si devono provare ad essere in cima a montagne così belle. Alle 6.00 mi alzo, scendo e nuovamente godo della vista del branco di stambecchi che approfitta della tranquillità del rifugio per pascolare i teneri pascoli. Scatto foto all'infinito anche di brevi combattimenti tra i maschi e quando questi riprendono a salire più in alto raggiungo gli altri che nel frattempo si sono alzati pronti per preparare lo zaino, far colazione e partire per la traversata che ci aspetta oggi. Nel frattempo , sempre con l'aiuto del binocolo del rifugio, butto uno sguardo ai 3 gruppi che stanno salendo la parete Nord-Ovest e soprattutto i due amici conosciuti ieri sera. Nella foto sopra potrete notare gli 8 puntini(3+3+2) che sono i tre gruppi in salita appena sopra la grossa crepacciata. Alle 8.00 in punto siamo in cammino. Abbiamo voluto anticipare un folto e "rumoroso" gruppo che farà la nostra stessa traversata. Se si vuole veramente godere della montagna, dei suoi panorami e dei suoi silenziosi ospiti non si può camminare come in un corteo di scioperanti. Difatti noi riusciamo a cogliere molte marmotte che escono a scaldarsi al primo sole e di un camoschio che per circa 1 ora ci seguirà a distanza, forse lui stesso incuriosito di noi quanto noi di lui. La traversata dal rifugio Chabot al Rifugio Vittorio Emanuele si sviluppa mediamente a mezza costa (essendo in due rifugi pressochè alla stessa quota) perdendo circa 250m di dislivello che vanno necessariamente riguadagnati. Per tutto il tragitto, fatto sull'evidente traccia del sentiero 1a, si ha una spettacolare vista sul Gran Paradiso e sulle numerose cordate che come tante formichine risalgono i suoi ghiacciai. Dopo circa 2h 30m riaggiungiamo il rifugio Vittorio Emanuele con la sua caratteristica forma a capanna con il tetto rivestito in lamiera. Ne approfittiamo di un'oretta di sosta per pranzare e per vedere i primi rientri dalla vetta ed i primi arrivi per chi salirà il giorno seguente. Sembra incredibile quanta gente salga queste vette ogni giorno. Una foto di rito prima di rimetterci in cammino e partiamo per il rientro a Pont. Il sentiero, decisamente tortuoso, sembra più ripido di quello effettuato in salita e molto meno riparato dal bosco che si incontra solo nell'ultimo tratto. Arrivati al torrente di fondo valle ancora un breve tratto quasi pianeggiante lungo il suo corso, ci porta al parcheggio di Pont. Il tutto in circa 1h 30m dal Vittorio Emanuele. Che dire...è stato un fantastico week-end. Il tempo ci ha assistito, il paesaggio è meraviglioso e la vista degli stambecchi affascinante, l'accoglienza nel rifugio è stata piacevole e torniamo a casa con tanti ricordi, immagini e sensazioni che ci terranno compagnia nelle calde giornate lavorative che ci aspettano. Buone montagne a tutti.

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