Punto di partenza : Ihlara (70 km dal centro di Nevsehir)
Punto di arrivo : Belisirma
Altitudine massima (m.): 1.072m
Durata : 10 h
Difficoltà: EE
Lunghezza: 15 Km
Partecipanti: Io e Silvia & Andrea e Silvia
“La propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose ” Henry Miller
Per la nostra sezione Travel eccoci arrivati in Turchia. Una splendida terra dalla popolazione ospitale che vi farà venir voglia di ritornarci.
Siamo da alcuni giorni in terra turca e per la precisione siamo appena arrivati in Cappadocia. Visto il clima caldo di questo periodo oggi abbiamo deciso di dedicarci ad un "fresco" trekking all'interno della Valle di Ihlara. Un canyon lungo più di quindici chilometri, profondo in media più di cento metri e largo anche due chilometri.
Il canyon è formato dal corso del fiume Melendiz, che ha scavato il suo tragitto nelle rocce vulcaniche causate dalle eruzioni del famoso monte Erciyes, un vulcano di quasi quattromila metri che i romani chiamavano Argaeus.
La particolarità della Valle è che ancora oggi è quasi inaccessibile: ci sono solo quattro punti di accesso, che la resero ideale per la difesa e la trasformarono in qualcosa di simile ad una città sotterranea naturale, ma a cielo aperto.
Il microclima del canyon, il terreno vulcanico e le acque del fiume rendono molto fertili i terreni della valle. Le rocce di tufo delle sue pareti erano tenere, e migliaia di case rupestri furono scavate nella roccia.
Gli archeologi hanno calcolato che ad un certo punto la valle ospitava qualcosa come ottantamila abitanti, quasi quanto la popolazione attuale di Nevsehir.
Dopo che gli abitanti smisero di usare le grotte come abitazioni o riparo dalle invasioni, cominciarono a scavare le loro chiese nella roccia. Isolati dal resto del paese, mantennero uno stile molto diverso da quello formale e stilizzato delle icone bizantine di Costantinopoli, specialmente negli affreschi, simili allo stile copto o siriaco.
Oggi le pareti della Valle di Ihlara sembrano quelle di un alveare, costellate di grotte artificiali e di chiese rupestri che hanno poco da invidiare a quelle più celebri dei Nabatei di Petra in Giordania. Si calcola che nelle pareti rocciose del canyon siano state scavate oltre cento chiese e più di quattromila abitazioni.
Ma torniamo al nostro trekking. La Valle di Ihlara è un Parco Nazionale. All’entrata nei pressi della cittadina di Ihlara, acquistiamo i biglietti ed iniziamo a scendere le centinaia di scalini che ci portano nel letto del fiume. Qui già il clima cambia, siamo all'ombra degli alberi, il fiume scorre placido e la temperatura è completamente cambiata.
Ora il sentiero costeggia il lato dx orografico del fiume con scorci sempre diversi e man mano che ci addentiamo nel canyon questo diventa più stretto e più profondo chiuso da alte pareti rocciose. E' qui che cominciamo a trovare e visitare le varie chiese rupestri ed esplorare le abitazioni scavate nella roccia arrampicandoci lungo le pareti del canyon.
I monumenti rupestri non sono l’unica attrazione: la natura è rigogliosa nella valle. L’acqua del fiume, in una regione comunque arida, attira uccelli e mammiferi.
Le rocce vulcaniche delle pareti laterali e la vegetazione intorno al fiume provocano un fenomeno conosciuto come inversione termica: le parti alte della valle sono molto più calde del fondo, la temperatura scende intorno al fiume, e il microclima funziona come una serra.
A metà della valle c’è il piccolo villaggio di Belisirma: un tempo era famoso per una scuola di medicina mentre oggi si trovano alcuni ristoranti sul fiume dove rinfrescarsi e riposarsi. E' ormai ora di pranzo ed anche noi scegliamo la nostra piccola palafitta sul fiume dove ci sdraiamo rigorosamente a piedi scalzi e con i piedi nell’acqua fresca. Non possiamo non assaggiare un tipico Gozleme (una specie di piadina cotta sul fuoco) realizzata a mano da una anziana signora e farcita con formaggio di capra assieme ad una limonata fresca....o ancor meglio con una bicchiere di Chai caldo (tipico the nero Turco).
Ancora qualche km e arriviamo alla fine del canyon dove prendiamo una taxi che con poche lire turche ci riporta all'auto lasciata a Ihlara.
Anche questo semplice trasferimento ha del tipico ed avventuroso. Infatti il taxi guidato da un giovanotto spavaldo è un vecchio Fiat 131 tipicamente addobbato alla Turca con varie tendine e copri cruscotto, niente cinture di sicurezza ne poggiatesta. Niente aria condizionata ma solo finestrini abbassati per mitigare la calura del pomeriggio che ci invade appena risaliamo il canyon.
Anche questo fa parte del viaggio. Avere contati con le persone locali, immergersi nelle loro abitudini, assaporare i loro cibi e conoscere le loro tradizioni.
Buone Montagne e buoni viaggi a tutti!